Il posto delle donne

Scrivo questo articolo proprio l’indomani di una brutta figura (per usare un eufemismo), di quelle che si potevano fare, forse, cinquant’anni fa, ma anche allora ci avrebbe fatto inorridire, e che in realtà è stata fatta giusto ieri.  
“Sei una donna, non puoi stare qui!”. 

Questo il riassunto della triste vicenda che ha colpito Aurora Leone dei The Jackal che, alla cena della vigilia della Partita del cuore, cui era stata ufficialmente convocata, si è sentita dire dal direttore generale della Nazionale Cantanti Gianluca Pecchini che era nel “posto sbagliato” poiché appartenente al genere, verrebbe da dire, altrettanto “sbagliato” e che quindi non poteva stare seduta lì, perché le donne non giocano. Ecco, quale sia il posto delle donne è un annoso problema. Anzi, no, diciamo meglio, quale sia il posto che la società ha riservato alle donne è un annoso problema.  

Il posto delle donne non è quello di una tavola rotonda dove si discute di grandi temi, tant’è che Rula Jebreal ha preferito non andare a Propaganda live perché unica donna fra gli invitati, puntando il dito contro la scarsa rappresentazione delle donne nelle trasmissioni televisive, dove gli uomini sono il 63,7% degli ospiti, contro un 36,3% di donne.  

Il posto delle donne non è quello sulla sedia come gli altri rappresentanti di grandi Istituzioni durante un incontro ufficiale come quello fra Unione Europea e governo turco, che ha dato vita al cosiddetto Sofagate.  

Il posto delle donne non è quello nelle piazze o nelle strade dove la toponomastica femminile non esiste quasi, solo 7 su 100 sono intitolate a donne e per la metà sono madonne o sante, dando così modelli falsati cui ispirarsi alle nuove generazioni.  

Il posto delle donne non è quello a scuola nelle cosiddette materie STEM, solo il 18% delle ragazze sceglie di seguire corsi di laurea relativi alla scienza, tecnologia, ingegneria e matematica.  

Il posto delle donne non è in politica, l’Italia è al 44° posto a livello mondiale e solo il 14% dei comuni è amministrato da una sindaca. 

Il posto delle donne non è quello del posto di lavoro in tempi di pandemia, su 101.000 nuovi disoccupati causa Covid, 99.000 sono donne. E visto che si parla di lavoro, solo 18% dei manager in Italia è donna, e sa da una parte cresce la presenza nei CDA che è al 37% rimane ferma quella dei ruoli apicali, CEO o presidente solo nel 10% dei casi. E a stipendio come siamo messe? In Europa le donne guadagnano 85 centesimi per ogni euro percepito dagli uomini, un 14,8% in meno rispetto all’altro sesso. In altre parole, è come se in un anno lavorassimo per due mesi senza ricevere lo stipendio. 

E allora, qual è il posto delle donne? Quanti tavoli dovremo ancora sbagliare o disertare perché non se ne parli più del fatto che avremmo o non avremmo dovuto esserci? Quante partite dovremo dimostrare di saper giocare che si tratti di sport, di politica, di moralità o di professionalità per stare un po’ dove ci pare? 

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