Essere B Corporation: una scelta di campo

Una S.p.a. da statuto deve rispondere agli azionisti e, quindi, produrre utili. Lo stesso obiettivo vale per le S.r.l. nei confronti dei loro soci. Produrre utili. Ad oggi il modello economico delle più grandi aziende del mondo (e anche di gran parte di quelle medie e piccole) ha questo come primo, e spesso unico, obiettivo. Produrre utili. A quale prezzo? Certamente non in tutti, ma in molti casi si è risposto a questa domanda: tagliando personale, inquinando, investendo in speculazioni finanziarie, non considerando i diritti delle donne, non migliorando la qualità della vita dei lavoratori. 

Già in passato alcuni imprenditori si chiesero se questa fosse l’unica modalità di azione e decisero di intraprendere nuove e diverse strade, uno su tutti fu Adriano Olivetti. A fronte di alcune grandi questioni che l’inizio del ventunesimo secolo ha posto e sta ponendo all’attenzione delle persone e delle organizzazioni quali: 

  • i cambiamenti climatici; 
  • gli effetti delle pandemie; 
  • l’aumento delle diseguaglianze e la maggiore concentrazione della ricchezza; 
  • l’impatto delle nuove tecnologie digitali; 

un numero sempre più ampio di imprenditori e di manager ha iniziato ad interrogarsi e ha pensato di misurare l’impatto della propria azienda sul contesto e di inserire nello statuto la sostenibilità sociale e ambientale. Lo statuto di un’azienda, infatti, guida le azioni e le scelte di chi governa e gestisce l’’azienda. Se questi devono rispondere all’unico obiettivo di fare utili, la conseguenza è quella di non possedere alcuno strumento per cercare di realizzare politiche di altro genere. Se, invece, tra i loro compiti statutari c’è la sostenibilità ambientale, l’etica del lavoro, l’attenzione al sociale si aprono spazi per avviare profondi cambiamenti. Si inizia a pensare ad un altro tipo di azienda. Questo è ciò che è avvenuto a partire dai primi anni del nostro secolo. 

Nell’aprile 2010 il Maryland fu il primo Stato americano ad approvare la legislazione per le Benefit Corporation. Dal gennaio 2013 altri Stai americani hanno a loro volta approvato la legislazione permettendo la creazione di questo tipo di società: California, Hawaii, Illinois, Louisiana, Maryland, Massachusetts, New Jersey, New York, Pennsylvania, South Carolina, Vermont e Virginia. 

Nel 2014, le Benefit Corporation certificate italiane hanno promosso un progetto politico e giuridico coordinato dal Sen. Mauro Del Barba, primo firmatario del Disegno di Legge sulle Società Benefit, depositato nell’aprile 2015. La normativa italiana sulle Benefit Corporation è stata sviluppata da un team internazionale di giuristi, imprenditori e altri stakeholder in armonia con la disciplina delle Benefit Corporation esistente negli Stati Uniti. Il disegno di legge sulle Società Benefit è poi confluito nella legge di stabilità 2016. La disciplina delle società benefit è contenuta nella legge n.208 del 28/12/2015, Art.1, Commi 376-384 ed è entrata in vigore a partire dal 1 Gennaio 2016. 

Questa disciplina ha reso l’Italia il secondo stato sovrano al mondo, dopo gli Stati Uniti, a riconoscere questa tipologia di azienda a scopo di lucro. In Italia si contano oggi oltre 900 Società Benefit, in decine di settori diversi. Nel marzo 2018 AFAM, l’azienda che gestisce le Farmacie Comunali di Firenze, è diventata la prima Società Benefit in Europa a capitale misto pubblico (20% Comune di Firenze) – privato (80% Apoteca Natura Spa). Le Società Benefit sono cresciute in modo esponenziale nel periodo della pandemia da Covid-19, durante la quale molte aziende italiane hanno deciso di implementare questa nuova forma giuridica.  

Oggi La certificazione B Corporation® (o B Corp®) è una certificazione diffusa in 71 paesi e in 150 settori diversi. 

Le società tradizionali sono tenute a massimizzare il profitto come obiettivo primario e questo è il criterio dominante nei loro processi decisionali. Molti ora vedono questo come un ostacolo nella creazione di valore a lungo termine per tutti gli stakeholder, inclusi gli azionisti stessi. Le Benefit Corporation vanno oltre questo modello “a breve termine” e sono tenute a prendere in considerazione nelle loro decisioni tutte le parti interessate. Questo dà loro la flessibilità necessaria per creare valore per tutti gli stakeholder nel lungo periodo, anche a fronte di exit e acquisizioni, entrata di nuovi manager, capitali, passaggi generazionali o quotazioni in borsa. 

Una Società Benefit è, quindi, una società tradizionale ma con obblighi modificati che impegnano il management e gli azionisti a standard più elevati di scopo, responsabilità e trasparenza. 

Scopo: le Società Benefit si impegnano a creare un impatto positivo sulla società e la biosfera, oltre a generare profitto. La sostenibilità è parte integrante del loro business model ed esse creano condizioni favorevoli alla prosperità sociale e ambientale, sia per l’oggi sia per il domani. 

  • Responsabilità: le Società Benefit si impegnano a considerare l’impatto dell’azienda sulla società e sull’ambiente al fine di creare valore sostenibile nel lungo periodo per tutti gli stakeholder.  
  • Trasparenza: le Società Benefit sono tenute a comunicare annualmente, secondo standard di terze parti, i risultati conseguiti, i loro progressi e gli impegni futuri verso il raggiungimento di un più corretto impatto sia sociale sia ambientale. 

La maggiore trasparenza implica per una Benefit Corporation la redazione di un benefit report annuale sulle performance complessive sociali e ambientali secondo uno standard completo, credibile e indipendente certificato da una terza parte. Anche se le Benefit Corporation non necessitano di una certificazione o di un audit periodico obbligatorio, fanno riferimento allo standard di una terza parte per misurare le proprie performance, analogamente a quanto avviene con i generally accepted accounting principles (GAAP) per il reporting finanziario. Una Benefit Corporation deve rendere accessibile pubblicamente il benefit report annuale sul sito aziendale e, in alcuni stati, consegnarlo al Segretariato di Stato. Ci sono circa dodici standard che soddisfano i requisiti della legislazione su questo tipo di organizzazioni.  

Le B Corp, inoltre, hanno mostrato in questi anni una particolare resilienza. Quando ci sono crisi, infatti, hanno una tenuta migliore perché fondano il proprio business su un modello più radicato sul territorio e sulla fiducia delle persone. 

In conclusione, possiamo rilevare che il modello capitalista ha, certamente, portato una fetta di mondo ad emanciparsi da fame e miseria, ma ha anche prodotto dei danni. Oggi questo modello non è più sostenibile; deve cambiare e rigenerarsi per consentire di offrire alle future generazioni un mondo più equo e vivibile. Le Benefit Corporation rappresentano una delle evoluzioni più forti di questo modello e dimostrano che cambiarlo è possibile anche in modo esponenziale. 

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